Volvo chiude gli stabilimenti polacchiLa Casa di Göteborg dice addio ai veicoli originali made in Europe




A pochi mesi dal lancio della rinnovata serie 9000, cala il sipario sulla produzione di bus in quel di Wroclaw (Polonia). La storica fabbrica, gestita in tandem coi connazionali di Vargas Holding (sede a Stoccolma), chiuderà i battenti nella primavera del prossimo anno e i 1.500 dipendenti attualmente in forze resteranno a casa. A meno che Vargas non riesca a ricollocarli in altre aziende della propria galassia, che però non contemplano la costruzione di autobus. Quindi addio ai bus originali della Casa di Göteborg, la quale consegnerà tutti gli ordini in portafoglio e garantirà l’assistenza – nonché i ricambi – degli attuali modelli: dall’estate 2024, in Europa, saranno quindi disponibili solo modelli carrozzati da terzi sulla meccanica svedese.

La decisione, dovuta alle pluriennali perdite derivanti dalla produzione e vendita degli originali, segna un ritorno alle origini, quando Volvo si appoggiava esclusivamente a carrozzieri selezionati di ciascuna nazione europea per far costruire i bus col proprio logo sulla calandra. Erano gli anni in cui, in Italia ad esempio, i pullman Volvo erano gestiti dalla Finbus di Mirandola (Mo) e carrozzati dalla vecchia Carrozzeria Barbi, sempre nella cittadina modenese, oppure dalla spagnola Sunsendegui, che serviva buona parte dei mercati sudeuropei. Poi, un giorno, in Svezia venne l’idea di chiudere tutte le partnership e cominciare a fare tutto da sé, realizzando degli originali nello strenuo tentativo di competere con EvoBus, che però poteva contare su un bacino di clientela ben più ampio.

Oggi la decisione di Anna Westerberg, presidentessa di Volvo Buses, la quale ha assicurato però che gli impianti svedesi e brasiliani del marchio attivi nella produzione di telai, nonché quelli messicani e nordamericani che assemblano bus e pullman completi, non subiranno alcuna variazione.