Stop ai bus Euro 0Il provvedimento era già contenuto nella Legge di Bilancio 2015




È entrato in vigore il 1° gennaio su tutto il territorio nazionale quanto statuito dal comma 232, articolo 1, legge 190 del 23 dicembre 2014 – contenuto nella Legge di Bilancio 2015 - che prevede cioè il divieto alla circolazione per i veicoli a motore categorie M2 e M3 - alimentati a benzina o gasolio – ottemperanti la normativa Euro 0.

A essere interessati sono i veicoli destinati al trasporto di persone aventi più di otto posti a sedere, oltre al sedile del conducente: per la maggior parte pullman e autobus pubblici.

Unici esclusi, grazie al decreto ministeriale 3 novembre 2016 (GU 293 del 16/12/2016), i bus classificati d’interesse storico e collezionistico.

Secondo l’Asstra, l’età media degli autobus italiani ha sorpassato i dodici anni, un invecchiamento che si rispecchia sulla ripartizione per classi di emissione: il 33 per cento dei mezzi è costituito dagli ante-Euro 3, questi ultimi sono il 27 per cento, gli Euro 5 rappresentano il 24 e il residuo comprende Euro 6 più elettrici.

Con l’entrata in vigore del provvedimento s’intende quindi non solo ridurre l'inquinamento atmosferico a tutela della salute pubblica, ma allo stesso tempo realizzare quanto previsto dal Piano strategico nazionale della mobilità sostenibile per il rinnovo del parco autobus di Regioni e città metropolitane con mezzi a basso impatto. Il Piano prevede lo stanziamento di 3,7 miliardi di euro nel periodo 2019-2033 (2,2 miliardi per le Regioni e 1,5 per le Città metropolitane), destinati al ricambio del parco bus utilizzato in servizi di trasporto pubblico locale e regionale con vetture elettriche, a metano e a idrogeno.

Quanto al settore turistico, non sono stati invece previsti stanziamenti. Secondo l’Anav, i pullman da noleggio al lavoro sul territorio nazionale sono 29 mila e di questi almeno qualche migliaio è Euro 0 (scuolabus in testa). La mancanza di aiuti economici sarebbe l’ennesima bastonata per gli operatori del settore, ma metterebbe fuori mercato tutti gli imprenditori 'improvvisati' che utilizzano veicoli ormai vetusti.

Gli uffici della Motorizzazione (ne abbiamo interpellati alcuni) sembrano al momento impreparati: c’è chi ha già iniziato ad applicare la legge respingendo i veicoli al collaudo, mentre altri attendono chiarimenti alle interrogazioni poste per capire se ci saranno delle proroghe.